La buona educazione nella scuola che cambia, ossia il bicchiere mezzo pieno della didattica digitale (Invece di bandire i telefonini dalla scuola, proviamo a farne un uso appropriato, cioè didattico)

Raffaella Conversano, Maurizio Binacchi
pp. 68-71 – download
(https://doi.org/10.55612/s-5002-007_8-012)

Abstract

Nell’ultimo decennio il mondo dei media è€ cambiato, così come è cambiato il modo in cui i soggetti imparano ad avvalersi della comunicazione per confrontarsi con la realtà. L’exploit tecnologico della modernizzazione ha contribuito a modificare la cornice socio-culturale, trasformando il profilo dei giovani, i loro stili di vita e le loro abitudini, i loro modi di essere, di pensare e di comportarsi nel quotidiano. Questo senso di cambiamento nell’epoca moderna è da molto tempo oggetto di un dibattito scientifico che si sviluppa fra preoccupazioni e perplessità€, fra timori e nuove opportunità di socializzazione. Così l’innovazione e la “corsa” tecnologica, se da un lato consentono una democratizzazione culturale, per l’aumento delle opportunità di accesso alla ‘competenza’ comunicativa, dall’altro segnano inevitabilmente nuovi divari e gap socioculturali. Per capire l’intensità, la radicalità e il senso dei mutamenti che stiamo attraversando è opportuno cominciare ad esplorare i territori di interazione fra processi formativi e percorsi di comunicazione, soprattutto riguardo all’universo giovanile.

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